mercoledì 25 agosto 2010

Striscione e volantinaggio alla festa PD contro la costruzione di un gas...

1 commento:

  1. Due notizie importanti sul fronte della riduzione della produzione di rifiuti e ...“due calci negli stinchi” agli amici degli inceneritori.

    Il Ministero della salute con il Decreto 19 maggio 2010 n 113 ha autorizzato, a partire dal 5 agosto 2010, l’uso di PET riciclato per la produzione di nuovi imballaggi contenenti alimenti. Il PET ( Poli Etilen Tereftalato) è il polimero usato per le bottiglie di acqua, bevande gasate, latte. In Italia ogni anno oltre 300.000 tonnellate di questi imballaggi, subito dopo l’uso, diventa rifiuto, con la felicità dei gestori di inceneritori , visto l’alto potere calorifico di questo polimero. Grazie al Decreto, si apre un nuovo e più remunerativo mercato al PET post consumo; oltre a maglie in “Pile”, le bottiglie raccolte in modo differenziato possono ritornare a diventare bottiglie, un processo di rilevate interesse economico per le aziende del settore. La prima azienda italiana ad immettere in commercio bottiglie realizzate in parte con PET riciclato sarà la San Pellegrino. Questa decisione si affianca ad un precedente “sdoganamento”, avvenuto qualche anno fa, e che ha riguardato le cassette per frutta e verdura in polietilene, un altro prodotto “usa e getta” che viene sottratto alla “cremazione” obbligata. Anche in questo caso motivi igienici non documentati ne vietavano il riuso, ma studi dell’Istituto Superiore di Sanità hanno escluso ogni pericolo a patto che le cassette in polietilene siano separate alla fonte con una raccolta differenziata di qualità. E qui viene “a fagiolo” una bella idea di una grande azienda, la “San Benedetto” , che ha siglato un accordo con alcuni supermercati che si sono organizzati per raccogliere direttamente dalle mani dei loro clienti, al momento del loro ingresso, le bottiglie usate in PET. In cambio i cittadini riceveranno punti fedeltà per ogni botttiglia consegnata che potranno utilizzare per i loro acquisti. Non esistono limiti al fatto che iniziative di questo tipo si estendano a tutta la grande distribuzione nazionale ( ci piacerebbe sentire che fa la COOP) che certamente ha personale e spazi da dedicare a questa iniziativa. So per certo che i produttori nazionali di PET sono pronti a ritrattare nelle loro aziende tutto il PET post consumo che possa derivare da queste raccolte di qualità le quali avranno un costo bassissimo, visto che lavaggio, selezione, raccolta e trasporto saranno a carico dei cittadini. Ricordo infine che per una tonnellata di PET monomateriale raccolto con questo sistema il Consorzio Nazionale Imballaggi (CONAI) riconosce un contributo di 314 euro, più che sufficienti per pagare i costi per i punti fedeltà e il trasporto al riutilizzatore finale. E ogni tonnellata di PET riutilizzato sarà una tonnellata in meno di ottimo combustibile sottratto ai "crematori con recupero energetico".Prof. Federico Valerio, direttore del Dipartimento di Chimica Ambientale dell'Istituto Tumori di Genova.

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